Sul belvedere di Ginosa (TA) nel 2007, fu installata una croce luminosa alta circa sette metri; tale struttura oltre a essere esteticamente poco gradevole , viola il principio costituzionale di laicità. Infatti, nessun gruppo, per quanto numeroso, può appropriarsi di uno spazio pubblico a danno di un altro.I luoghi pubblici devono rappresentare tutti i cittadini e sopratutto non devono escludere nessuno. Così un anno e mezzo fa comincio a indagare su questa costruzione,per sapere se è irregolare o meno, e decido di andare presso gli uffici comunali per prendere visione dei documenti che riguardano l’autorizzazione della costruzione della croce, facendo più volte richiesta orale e scritta. Fino ad oggi però non mi è stato mai concesso di vedere i documenti, forse perché non esistono,chissà!
Il 12 giugno, su Tarantosera è stata pubblicata la replica dell’assessore ai lavori pubblici, Vincenzo Di Canio, il quale ha assicurato che l’installazione è “regolare”(?) e non pericolosa, trattandosi per di più di una croce di “soli tre metri”. L’assessore invitava tuttavia l’UAAR a fargli sapere qual è il suo simbolo, “così potremo valutare di sistemare in paese anche un monumento che lo rappresenti”.
L’UAAR ha preso sul serio la richiesta-provocazione, e nei giorni seguenti il segretario nazionale Raffaele Carcano ha inviato al Comune una lettera della quale ora segue un sunto:
Consci che atei e agnostici non hanno simboli univoci e dato che noi facciamo dell’autodeterminazione uno dei nostri valori fondanti; proprio perché tra i nostri principi vi è quello di impedire che qualunque simbolo ideologico sia imposto da una parte della cittadinanza a quella restante, ci sembra che una moltiplicazione di simboli sia dannosa per Ginosa.
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