Il Medioevo degli increduli
28 febbraio 2010Il Medioevo degli increduli.
Miscredenti, beffatori, anticlericali.
di Paolo Golinelli.
Mursia.
€ 18,00
Se fino ad oggi vi hanno fatto credere in un medioevo intriso di cristiana religiosità, il libro di P. Golinelli vi farà ricredere. In effetti l’Autore attraverso un’accurata analisi di numerose fonti, sia ufficiali della chiesa – testi agiografici e fonti teologiche e formative – sia letterarie e novellistiche, ci mostra un medioevo se non ateo (fenomeno quasi sconosciuto in questo periodo), quantomeno piuttosto incredulo. L’incredulità di quegli anni verso tutte le manifestazioni ufficiali, quali il culto di santi, reliquie, miracoli, liturgia, prediche, processioni, produrranno una vasta schiera di miscredenti, beffatori e anticlericali, anche se questi rimarranno sempre una stretta minoranza (almeno in apparenza), visto che, come giustamente l’Autore ci fa notare “credere è più facile di non credere, meno faticoso e più rassicurante”, (ma la società odierna sicuramente non è da meno). Per contro, il perdurare dei culti pagani ha fatto si che la chiesa abbia, soprattutto nei primi anni, fatto abbondantemente ricorso alla collaudata tecnica della “esaugurazione”, ossia la sostituzione delle antiche tradizioni legate ancora alle precedenti divinità, con festività create ad hoc, da cui il Natale, la Pasqua, il culto dei vari santi (secondo voi perché la festività del 15 di agosto la chiamiamo ancora ferragosto?). Tutto questo ha portato nel medioevo ad un vissuto religioso dapprima ostile con un’aperta e a volte violenta resistenza ai tentativi di cristianizzazione, poi di un anticlericalismo prima strisciante e poi manifesto, cui la chiesa ha risposto a volte con l’indottrinamento e l’esempio condotto da missionari e santi (veri o presunti che siano), con l’aperta repressione (tra cui rientra la soppressione violenta dei movimenti ereticali), e con il meccanismo di sostituzione detto prima. Il prof. Golinelli quindi ci presenta un medioevo visto con l’ottica di chi “non se la beve”, contro un clero sempre più corrotto e dedito alla ricerca di ricchezze e potere, e contro alla vasta schiera di sempliciotti che, allora come oggi, fanno la fortuna (e che fortuna!) dei ministri del culto.