Posts con Tag ‘Giacomo Grippa’
Salvatore Morelli tra Pozzuoli e Carovigno ( di Giacomo Grippa )
18 marzo 2014(Giacomo Grippa)
Pastorelli di tutto il mondo, unitevi! il presepe nella sezione Pd a Maglie ( di Giacomo Grippa)
21 dicembre 2013Democrazia atea denuncia: “disegno “piduista” nelle riforme costituzionali”
10 agosto 2013
“il piano di rinascita democratica elaborato negli anni ’80 da Licio Gelli, silenziosamente sta trovando attuazione?”: è questo l’allarme lanciato dalla segretaria nazionale del partito Democrazia Atea, Carla Corsetti, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Lecce ieri 14 agosto. “Bipolarismo politico, ridimensionamento del ruolo dei sindacati, controllo da parte dell’esecutivo sull’esercizio dell’azione penale, esautoramento della centralità del parlamento, controllo dei mass media”: queste le inquietanti analogie tra quanto si leggeva nel documento rintracciato fortunosamente nel corso di una perquisizione tra gli effetti personali di Maria Grazia Gelli, figlia dell’ex materassaio aretino, e i recenti sviluppi del percorso di riforme costituzionali attuato dal governo di larghe intese, presieduto dall’On. Letta.
Democrazia Atea denuncia il tentativo antidemocratico di riforme costituzionali in atto, giustificate con la straordinaria situazione di crisi economica, e invita a sostenere le petizioni nazionali a tutela dell’art.138 della Costituzione,l’unico strumento legittimo per modificare attraverso il dibattito parlamentare, le nostre istituzioni.
Alla conferenza stampa il referente per Lecce della nuova formazione politica Giacomo Grippa, ha dato notizia della richiesta di accesso agli atti amministrativi della Provincia di Lecce, depositata la stessa mattina all’Ente oltre che presso l’Ufficio del Difensore Civico provinciale, e volta a far luce sulle recenti erogazioni di fondi da parte della amministrazione guidata da Antonio Maria Gabellone a favore di Caritas e oratori leccesi; secondo quanto sostiene Grippa, le scarse notizie riportate dalla stampa non chiariscono se prima della delibera ci sia stata la “preventiva presentazione dei progetti da finanziare” o l’inserimento in “specifici capitoli di spesa” e la fissazione di “criteri di rendicontazione”.
Domande legittime alle quali la documentazione richiesta e il difensore civico, dovranno fornire risposte.
Giuseppe Ancona
Carovigno, è il tempo delle Mele ? (di Giacomo Grippa)
11 giugno 2013
storia di un prete di frontiera: in cassazione il caso don Cesare Lodeserto e i suoi migranti
9 giugno 2013
Il prete Cesare Lo Deserto, alla estrema destra dell’ex-vescovo di Lecce, Francesco Ruppi, responsabile del centro di accoglienza immigrati, denominato “Regina Pacis” nella marina di Melendugno, ha visto cancellato dalla Cassazione l’incriminazione per contabilita’ fraudolenta nella gestione di quella struttura.
Gli addebiti si fondavano su una contabilita’ contraffatta ed occultata, relativamente ai costi e al numero degli internati, priva anche di rendiconto che la Prefettura doceva acquisire, in base ai contribut statali a cio’ destinati.
Il tutto era venuto fuori, quando per il sequestro di computer ad un ispettore della Finanza, sottoposto ad accertamento per presunta corruzione, venne scoperta una contabilita’ parallela di fondi appartenenti al prete, suo nipote.
Nei vari gradi di giustizia la difesa di don Cesare aveva eccepito che la cassa della curia non poteva essere sottoposta a controllo da parte dell’ autorita’ giudiziaria italiana. Ora la Cassazione salva definitivamente don Cesare, ma non la cassa, il miracolo s’e’ compiuto: don Cesare e’ stato considerato responsabile della gestone, ma non della contabilita’.
Resta silenziata la sentenza di condanna ( fra restituzione ed ammende) emessa a carico della Sezione Regionale della Corte dei Conti che ha sindacato proprio su quella cassa, sulla relativa contabilita’ contraffatta.
Nel frattempo si sono chiusi per prescrizione altri due processi sempre per la stessa gestione (sequestro di persona, malttrattamenti, collocamento in nero di immigrati )
Don Cesare, dopo le prime incriminazioni, fu inviato in Moldavia a gestire un centro per il recupero di prostitute.
La Provincia di Lecce, presieduta dall’exsenatore Giovanni Pellegrino, apprezzando i nobili propositi del prete, anche perche’ aiutante in prima del vescovo, suo eccezionale amico, provvide a deliberare un contributo di 100.000,00 euro a favore di una attivita’ e di una struttura non italiane e non sul territorio nazionale.
Su questo si registrarono mie denunce, come Uaar, sulla stampa e la presentazione di una mozione in Consiglio provinciale, da parte di un rifondarolo, prof. Margarito, per la verita’ ispirata ad impallinare l’assessore competente, suo compagno di partito, ingenuo accondiscendente del presidente Pellegrino.
Alla discussione della mozione in Consiglio Provinciale il dissenso rientro’ e quell’ assise confermo’ la validita’ e nobilta’ (sic.!) della destinazione del contributo, allo stesso modo con cui il Parlamento italiano confermo’ l’eta’ infradiciottenne della “nipote di Mubarak”.
Il mio esposto al Difensore Civico ottenne una risposta, elusiva e cafona, nel senso che mi fu inviata una missiva, manutata a mano, con la scritta: in allegato un comunicato del presidente Pellegrino.
Valeva o voleva dire: mai sindacare la legittimita’ di un contributo a favore di una iniziativa clericale.
Del resto quando si seppe dell’arresto del braccio destro del potente vescovo Ruppi, si precipitarono per un saluto di solidarieta’ politici dell’arco costituzionale, dalla Poli Bortone a D’Alema.
Il caso non andrebbe considerato ironicamente chiuso, se nel frattempo anche l’immobile, sede del centro di accoglienza, non avesse conosciuto un altro sconvolgente epilogo: destinato per beneficienza come colonia per bambini bisognosi, stravolgendo finalita’ fondativa e funzione urbanistica, e’ stato venduto dal clero di Melendugno ad un privato al prezzo di svariati milioni di euro.
E cosi’ l’originario e noto Regina Pacis, per buona pace degli amministratori e del dirigente del settore tecnico di quel Comune, sara’ trasformato in una residenza turistica d’ “alto bordo”.
…in alto i cuori…sono diretti ai signori!
(Giacomo Grippa)
raccolta firme per monumento a Salvatore Morelli
11 giugno 2012Abbiamo avuto un “patriota pugliese” nato a Carovigno il 1° maggio 1814 e morto, poverissimo, a Pozzuoli il 22 ottobre 1880, incarcerato insieme a Sigismondo Castromediano per 10 anni dai Borboni, avvocato; diventa consigliere comunale a Napol dal 1860 al ’67, viene eletto alla Camera dal 1867 al 1880. Morelli è stato il primo parlamentare in Europa, (prima di stuart Mill che era meno aperturista di lui verso il vagheggiato ” Risorgimento delle donne”) a presentare proposte di legge per il voto alle donne , il divorzio, la cremazione, la parità dei sessi e la differenza di genere ( sosteneva che in natura non c’è uguaglianza, ma differenza), la parità dei figli naturali con i figli legittimi, il bicognome ai neonati, il bicognome ai coniugi. Difese le ragioni del Sud, quando proprio dopo l’apertura del Canale di Suez, il Governo dell’epoca trasferì alcune funzioni portuali da Brindisi a Trieste.Grazie al suo impegno le ragazze vengono ammesse a frequentare i primi due anni del Ginnasio. L’unica sua proposta approvata fu la legge, che dovrebbe portare il suo nome, per riconoscere alle donne la facoltà di diventare testimoni nella cause.
Formulò sin da quando sedeva in Consiglio Comunale a Napoli i programmi per una scuola che fosse pubblica, gratuita e laica. Si batté contro la Legge delle Guarentigie (quelle concesse al papa al pari di quelle di un Capo di Stato straniero, con la differenza che il primo è a totale carico del contribuente italiano). Scrisse il famoso libro “La donna e la scienza”, la cui terza edizione dedicò alla nobildonna pedagogista milanese Claudia Antona Traversi (prima traduttrice in Italia delle opere di Stuart Mill) trasferitasi al Sud per seguire il marito parlamentare eletto nel Collegio di Massafra. Conosciuto all’estero, sconosciuto invece in Italia, in Puglia e nella stessa Carovigno.
E’ stata promossa una petizione popolare con un comitato di cui è portavoce, la ricercatrice dell’opera di Morelli, Primarosa Saponaro, per dedicargli un monumento e riportarne le spoglie mortali nella sua Carovigno.
Hanno già firmato la petizione: Mina Welby, Beppino Englaro, Maria Teresa Rodari Ferretti, Carla Corsetti, Alex Zanotelli, Ennio Cillo, Antonio Del Coco, Nicola Colaianni, Pia Ilderosa, Silvia Godelli, Nichi Vendola, Simona Manca, Luigino Sergio, Aprile Giuliano, Valentino Parlato, Mimmo Fazio, Paola Rita Stella, Claudio Cecchini, Roberto Salvan, Mirella Casagrande, Luciano Ardesi, Raffaele Baldassarre, Alessandro La Porta, Serena Corrao, Roberta Forte, Antonio Chiga, Giuseppe Taurino, Livio Muci, Pietro Manni, D’Antini, Messuti, Paolo Caticchio, Mario Spedicato, Raffael la Perna, Gaetano Bucci, Maurizio Nocera, Eugenio Imbriani, Irene Strazzeri, Pietro Fumarola, Antonio Quarta, Vito D’Armento, Carlotta Marzano, Giuseppe Schiavone, Caterina Gerardi,Franco Silvestri, il Gruppo jazzistico associato del Salento, Natalia Mucha, Manfredi De Pascalis, Franco Ungaro, Centro teatrale Koreia, Franco Colizzi.
Diverse centinai di studenti e cittadini di tanti Comuni italiani, in maggioranza quelli pugliesi, da Pisa a Maglie, da Genova a Campi, da Perugia a Massafra, da Caserta a Gioia del Colle, da Imperia a Castrignano dei Greci, da Bologna a Salerno, a Napoli, a Roma, Conversano, a San Vito dei Normanni, da Trento a Taranto, a Gravina ed altri ancora. Ma prima fra tutti, Anna Maria Colaci, ordinario di Pedagogia dell’Università del Salento che ha ristampato, Edizione Pensa, uno dei libri più importanti di Salvatore Morelli: “La donna e la scienza”.
Giacomo Grippa