Posts con Tag ‘martina franca’
ciao bella ciao bella ciao…
23 aprile 2016Quella che si sarebbe potuta archiviare come una perdonabile svista; una porcata sfuggita di senno per non essersi posti alcun problema nel concedere o meno il patrocinio e la sala comunale, visto che la richiesta per il giorno 25 aprile (casualmente anniversario della liberazione) , proveniva da una tranquillizzante associazione di devote di Medjugorje; un perdonabile errore causato dai fumi di incenso che annebbia palazzo di città: tutto questo non c’è stato, anzi. Non essendoci state né scuse nè ammissioni di errori, il tutto si sta trasformando in una tragicommedia dalle dimensioni smisurate che mette in ridicolo la città intera. Il convegno dei reazionari ultracattolici e omofobi, organizzato dalle pie donne e dall’associazione giuristi per la vita si terrà sotto le insegne dello stemma civico nella sala consiliare proprio il 25 aprile. La non troppo ingegnosa pezza per l’incidente sarebbe che è cosa buona e giusta, secondo il comunicato ufficiale dell’assessore Scialpi e del sindaco Ancona, dare spazio e libertà di parola a chiunque in nome della democrazia che viene festeggiata quello stesso giorno. Segue una non richiesta lezioncina sui valori costituzionali, poco convincente e raffazzonata, che offende l’intelligenza dei tanti sdegnati per la sponsorizzazione comunale e l’utilizzo della più simbolica sala del palazzo comunale nella data più simbolica della Repubblica italiana, quella della sconfitta del nazifascismo e della sua ideologia. Un anniversario che meritava di meglio. Anche una scusa più plausibile per essersene dimenticati.
“Padre, sono gay”. La risposta di tre parroci
26 luglio 2015“Mi sono allontanato dalla Chiesa cattolica che avevo sedici-diciassette anni, quando ho capito come ero, ma ora che voglio andare a convivere con un uomo mi chiedo se è cambiato qualcosa e se sarò accettato”. Un sabato mattina assolato accompagniamo Giovanni, 25 anni, lineamenti delicati e fisico minuto, in giro per le chiese di Martina Franca alla ricerca di un prete. Chi altri potrebbe dargli una risposta?
Giovanni da ragazzo frequentava la parrocchia (come tutti in un paesino di poche migliaia di abitanti) e aveva anche pensato a farsi prete, ma poi la vita lo ha portato altrove, lontano dalla fede o più semplicemente quella non era una vera chiamata. Si confidò a diciassette anni con il parroco, ma questi non seppe dirgli nulla, doveva riflettere sul problema e lo invitò a tornare. Ma la sera stessa Giovanni trovò sulla bacheca della parrocchia l’invito ai fedeli a partecipare al primo family day, e capì che non c’era spazio per lui.
Ora lavora e sta per laurearsi, genitori e amici da anni sanno che è gay; Giovanni si presenterà così com’è realmente: un ragazzo tranquillo con amici, un uomo con il quale gli piacerebbe convivere, una persona omosessuale che da tempo non si nasconde più.
Vuole capire se al di là di quel che dice il papa alla televisione, è cambiato qualcosa nella Chiesa che non frequenta più.
Trovare un prete disponibile il sabato mattina alle dieci non è cosa semplice. Ci sono i matrimoni e fervono i preparativi per addobbare la navata con fiori, tulle e composizioni. In una chiesa il sacrista, o qualcosa del genere, rinvia Giovanni al pomeriggio ma dopo la messa; in un’ altra invece non c’è nessuno a cui chiedere, solo un paio di donne anziane che pregano e che lo seguono con lo sguardo, gruppetti accaldati di turisti, e il sottoscritto in fondo che fa da palo.
Alla fine ecco un prete disponibile, in una chiesa molto frequentata. L’approccio è quello stabilito: “Padre,sono molti anni che non vengo in chiesa, da quanto ho scoperto come sono”. Il sacerdote non chiede altro, annuisce e risponde al volo “capito”. A rendere tutto più chiaro, caso mai fosse rimasto qualche dubbio, Giovanni riporta le parole di papa Francesco e l’apertura verso gli omosessuali “Chi sono io per giudicare un gay?” .
Ma ecco la conferma che il papa, ammesso che volesse dire proprio quello, è lontano, si trova in Vaticano, lo si vede in televisione, qui siamo in una chiesa di un paese, e qui la gente, anche quella che segue Francesco, in realtà poi giudica, giudica e chiacchiera: il consiglio inaspettato è che occorre nascondersi.
Gli dice che ha un problema, deve ricevere un aiuto psicologico. Soprattutto deve puntare a formare una famiglia. Inoltre consiglia di studiare, fare sport, perchè deve diventare forte, un vero uomo è più forte di una donna, ma deve sposarsi.
L’ultimo consiglio è non parlarne mai con nessuno, non dirlo a nessuno tranne che ai genitori, e resistere all’attrazione. Concedendo però qualche deviazione, perchè se dovesse accadere durante questo percorso di guarigione di cercare degli uomini, non deve preoccuparsi, ma farlo in segreto, “conosco uomini di cinquant’anni con famiglia che lo fanno”
L’inizio è un pugno allo stomaco, Giovanni esce dalla chiesa amareggiato. Nascondersi? E se a ricevere quel consiglio da quel prete ci fosse stato il Giovanni frastornato di 16 anni che aveva appena capito di essere gay? come avrebbe reagito ? che vita avrebbe avuto? la buttiamo sul ridere, scherzando sul fatto che in quella chiesa addobbata oggi ci sarebbe potuto essere il suo di matrimonio, con mamma che piange…un bel matrimonio anche se di copertura.
Con il secondo va decisamente meglio, dipenderà dal fatto che è un prete più anziano e più colto, nel centro : passa subito al concreto dicendo che a breve la Chiesa terrà un sinodo sull’argomento, ma anche che grandissime aperture non ce ne saranno, verrà comunque richiesta la castità . “ mi rendo conto che è difficile, ma è il sacrificio in più che ti viene chiesto”.
Questo prete si mostra decisamente più amichevole e delicato, non è ostile, non giudica, tende la mano e vuole sapere altre cose della sua vita, il lavoro, la laurea da conseguire, e lo invita a ritornare da lui quando vuole, a non sparire di nuovo per tanti anni dalla Chiesa.
Ormai è passato mezzogiorno, il sole picchia forte e in giro non c’è quasi nessuno.
Il terzo e ultimo sacerdote è di una parrocchia semi periferica, e sembra affranto per il caldo e preso da altri pensieri.“devi essere casto, questo anzitutto”.
Ci tiene a precisare che le parole del papa vengono travisate dalla stampa, che siamo tutti peccatori davanti a Dio, lo dice l’antico e il nuovo testamento, come nel passo dell’adultera, e anche san Paolo, per il resto molte parole e poche risposte, sembra voglia parlare di sé e dei suoi studi, “io preciso che non ho mai avuto rapporti sessuali e sono convintamente eterosessuale” scandisce bene le parole, con una sottolineatura non richiesta. Continua dicendo che ha frequentato molti ambienti ma tra i preti non esiste il problema o comunque non se n’è mai accorto e infine giù con una rassegna di virtù eroiche di sante e di santi martiri che con l’argomento avevano ben poco a che fare. Pezzi di predica buoni per ogni occasione, cose difficili da capire, roba per teologi. In sostanza anche per lui Giovanni è nel peccato se continua su questa strada e non vive in castità, ma il tutto detto con meno comprensione e delicatezza rispetto al prete di prima.
Riaccompagno Giovanni a casa in un paese a pochi chilometri da Martina.
A quest’ora il matrimonio sarà stato celebrato da quel prete che invitava a nascondersi, e gli sposi saranno con gli amici al ricevimento.
Auguri agli sposi.
E auguri anche a Giovanni che non si sposa ma non si nasconde.
Giuseppe Ancona
Un Obolo Per Le Anime Del Purgatorio
21 luglio 2015Alleluia! Alleluia! Martina ha una nuova chiesa! Infatti riapre al culto la chiesa del Purgatorio, a pochi passi da San Martino , sorta nel 1649 e di proprietà della congrega dei preti di Martina.
Dopo anni di incuria e abbandono, la suddetta congrega ha finalmente deciso di salvare dal sicuro crollo la bistrattata e misconosciuta chiesetta, di cui molti ignoravano l’esistenza pensando fosse semplicemente lo sfondo della baracca del venditore di noccioline, ora sfrattato.
Costosi e ingenti i lavori per il restauro, sostenuti per ora con un mutuo acceso dai volenterosi prelati cittadini con a capo Don Martino Mastrovito.
I fedeli sono però avvisati: come si legge insistentemente sulla stampa, occorre far fronte alla spesa e perciò bisogna metter mano al portafogli, “sono attesi e andranno reperiti finanziamenti pubblici e privati”.
Senonché, come spesso accade quel mutuo ( di cui non è nota l’entità) verrà addossato, se non interamente ma certo per la maggior parte, sui cittadini martinesi e sulla collettività, e non solo sui generosi fedeli.
Poteva utilizzarsi quello spazio come luogo per conferenze, mostre, concerti per l’intera città, visto che alla fine lo pagheremo noi, e invece tornerà ad essere una chiesa di cui nessuno sentiva il bisogno.
Sappiamo che quando c’è da bussare a soldi, il clero locale non lo ferma nessuno; a parte le occasionali e puntuali contribuzioni comunali per feste, processioni, traslazioni e celebrazioni, come non ricordare ad esempio quel milione e ottocentomila euro reperito dal parroco di San Martino, tra regione e ministero dell’economia, per il restauro di Palazzo Stabile e per la realizzazione del Museo di San Martino? a proposito… dopo gli annunci trionfali di due anni fa (anno 2013), che fine ha fatto il museo della basilica? E poi c’è comunque un’entrata fissa, stabilita con legge regionale n. 4 del 4/02/1994, quella nascosta tassa del 7 per cento sugli oneri di urbanizzazione secondaria devoluti dal Comune alla curia per la manutenzione e costruzione degli edifici di culto (all’incirca una ventina di migliaia di euro l’anno).
Per la cerimonia di riconsacrazione prevista per il 22 luglio è annunciato l’intervento del vescovo Santoro, del vicario foraneo don Luigi con tutti i preti di Martina e inoltre del Sindaco Ancona, dell’assessore alla Cultura Scialpi ,del direttore della Soprintendenza Ressa e dulcis in fundo dell’assessore regionale alla cultura, fresco di nomina e di ex voto alla SS.Vergine Maria, Liviano.
A giudicare dall’affollata presenza di autorità locali che si confondono con consacranti e salmodianti senza che si capisca più il rispettivo ruolo, c’è da stare certi che dal Comune e dalla Regione arriveranno soldi, e tanti come sempre.
C’è da giurarlo sulle anime del purgatorio.
Giuseppe Ancona
preti soli…j’accuse
3 aprile 2015via quella baionetta dalla statua all’ingresso della città
18 settembre 2014
Ora che i lavori di restauro e pulizia dell’arco di Santo Stefano a Martina Franca sono stati ultimati ed è in via di smantellamento l’impalcatura che lo ricopriva, apprendiamo casualmente da un attento osservatore delle cose martinesi, il sig.Martino Tulipano, la vera origine della spada impugnata da san Martino.
L’arma metallica in questione, anch’essa restaurata totalmente, pare sia in realtà una aggiunta moderna dei primi del 900, e cioè un ex voto di un soldato martinese tornato vivo dal fronte; più precisamente una baionetta in dotazione ai fanti dell’esercito regio della Prima Guerra mondiale .
In ogni caso, quale che sia la data di collocazione dell’arma, sarebbe auspicabile una valutazione storico-artistica sulla opportunità di tenere o eliminare dalla statua restaurata la baionetta in questione visto che rappresenta comunque un elemento estraneo, aggiunto a distanza di secoli dalla creazione dell’opera.
Riguardo poi a San Martino il fatto che il santo venga raffigurato proprio nell’atto di dividere il mantello con il povero, e quindi esattamente nel gesto che lo rende il santo caritatevole per antonomasia nell’iconografia cristiana, impugnando uno strumento che in concreto è servito a uccidere vite umane, appare un po’ contraddittorio.
Anche se a ben vedere l’immagine non stride con la storia personale del soldato romano distruttore di templi pagani; saremmo però curiosi di conoscere l’opinione in merito degli specialisti del settore: esegeti, preti e devoti di san Martino di Tours in genere.
C’è da sperare che qualcuno non prenda questo articolo come un suggerimento per sostituire la baionetta con una spada d’oro o d’argento pagata dai fedeli ad majorem dei gloriam.
in ogni caso a nostro parere l’esibizione di una vera arma di guerra su uno dei monumenti più rappresentativi della Città è fortemente in contrasto con ogni proclamata velleità di fare di Martina una città di pace, dato che la guerra non ha mai portato fratellanza o concordia tra i popoli, e quindi non occorre esibirne gli strumenti di morte all’ingresso della città.
Giuseppe Ancona
(foto di Giuseppe Mazzaglia www.giuseppemazzaglia.com )
Parcheggi clericali: sei disabile? vai in chiesa a pregare
10 marzo 2014Che associazione di idee deve aver fatto l’assessore comunale al traffico del comune di Martina Franca alle parole “disabile in auto”? Occorreva individuare nella rete viaria cittadina i nuovi “poli di attrazione cittadina”, cioè i luoghi con maggiore affluenza di autoveicoli allo scopo di individuare nuovi posti auto da riservare al parcheggio per i disabili.
Naturalmente non esiste un luogo più frequentato rispetto ad altri da chi è portatore di disabilità, visto che chi si trova in detta condizione vive quotidianamente la città senza differenze dagli altri ( ma con molti ostacoli in più) e quindi va al lavoro, a fare la spesa, a pagare le bollette, a fare certificati in Comune, accompagna i figli a scuola, va al cinema e al ristorante.
Troppe esigenze da conciliare…occorreva studiare soluzioni radicali e rivedere il piano della viabilità, mentre invece serviva una soluzione facile, a poco costo, e che facesse fare bella figura…ecco allora l’associazione di idee tra disabile e Lourdes ( o san Giovanni Rotondo o Medjugorje, a seconda dei gusti) e senza complicare troppo le cose, arriva l’intuizione geniale:“i disabili vanno in chiesa a pregare”: per ogni chiesa della città verranno ex novo creati nuovi parcheggi riservati.
E se siete disabili e dovete andare al supermercato, in libreria, al cinema o in banca sappiate che non è previsto un posto per voi, quindi cercate di farne a meno.
Sicuramente non un grande passo verso l’abbattimento delle barriere architettoniche ma un passo in più nell’inarrestabile clericalizzazione della città.
Giuseppe Ancona
Tra amore sacro e amor profano: Renzo Rubino in chiesa
20 dicembre 2013Apprendiamo che il talentuoso cantautore martinese Renzo Rubino, interprete della canzone ”Il postino (amami uomo)“ si esibirà come ospite d’onore nella chiesa di san Martino nel recital natalizio del 22 dicembre.
Per chi non conoscesse la canzone sanremese che ha portato Rubino alla ribalta nazionale, questa racconta di una storia d’amore (e fin qui nessuna novità); ma protagonisti sono due uomini che si amano e come si capisce senza tanti giri di parole dal testo, certamente non solo in modo platonico.
Sarebbe bello allora se in chiesa Renzo Rubino cantasse l’amore, non quello sacro ma quello terreno e profano, omosessuale o eterosessuale, con o senza aggettivi, accennando tra un inno a Gesù bambino e un’aria natalizia , a qualche strofa del suo ultimo successo.
Difficile che accada, ma ci piace immaginare che possa succedere proprio lì.
Sarebbe un regalo di natale per molti, a cominciare da quelli che pur essendo credenti prima ancora credono nella parità dei diritti e non considerano l’amore tra esseri umani, anche se dello stesso sesso, qualcosa di sbagliato come invece continua a fare la Chiesa cattolica nonostante le finte aperture di papa Bergoglio, seguito in questo dal nostro parlamento più realista del re.
Agli artisti non viene certamente chiesto di fare politica o condurre battaglie civili, ma di trasmettere emozioni e di aiutare il pubblico a crescere con la bellezza della poesia.
Rubino è un artista e sa bene che anche solo una canzone può dare speranza e fiducia in se stessi, magari a qualcuno che si trova, come il postino della canzone, ad amare di nascosto chi come lui non ha curve; qualcuno che potrebbe trovarsi in basilica quella sera ad ascoltarlo.
Giuseppe Ancona
Aggiornamento: il concerto in basilica si è tenuto e alla fine Renzo Rubino ha cantato la canzone “scandalosa” ( per modo di re) Il postino. Chapeau. Complimenti a lui per il coraggio e la grinta. Bravi anche gli organizzatori e il padrone di casa per averlo lasciato libero di esprimersi. G.A.Quando il parroco vuole fare il primo cittadino
12 dicembre 2013Dopo la lettera aperta inviata al sindaco dal parroco della chiesa di San Martino, Civiltà Laica interviene e risponde
Giuseppe Ancona