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lettera aperta al parroco sul museo milionario
16 ottobre 2013Egregio
parroco di San Martino
Martina Franca
Apprendiamo che per l’allestimento del museo della basilica di San Martino la sua parrocchia riceverà un finanziamento di 800mila euro dalla Regione Puglia che si somma al milione di euro arrivato nel 2012 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il restauro di palazzo Stabile, di proprietà della chiesa e destinato a ospitare lo stesso museo.
Visto che si parla di una cifra considerevole che appartiene alla collettività, ritengo sia interesse e diritto di tutti, nonché suo dovere, indicare come queste somme verranno impiegate.
Tempo fa dalla pagine di un giornale locale Le avevo posto delle domande sulla conservazione di alcuni manufatti artistici che facevano parte degli arredi e dei decori della chiesa di San Martino nel corso degli ultimi cinquant’anni.
Attraverso documentazioni fotografiche risalenti nel tempo, si chiedeva dove fossero finiti tre grandi lampadari a soffitto in vetro degli anni 50 più un quarto degli anni 20 che era nel cappellone; un gruppo marmoreo di cherubini sulla parete destra sopra l’organo; la feriata in ferro battuto del 1775, le cornici in oro zecchino di due nicchie laterali e altro ancora.
Prontamente Lei rispose sullo stesso giornale che, alemno riguardo alla sua gestione della parrocchia, «Tutto (era) al proprio posto». E che dopo i vari lavori di restauro della chiesa « Quel che oggi non è utilizzabile viene custodito perché potrebbe essere utilizzato domani».
Si parla di una sezione dedicata agli argenti superstiti, una ai paramenti sacri, una ai dipinti e l’ultima alle pergamene
L’idea che alcune opere un tempo presenti nella Basilica, tolte dalla loro sede originaria e immagazzinate, servano ora a riempire il nuovo museo, non ci convince.
Quali idee e progetti scientifici ci sono sul Museo di San Martino?
Un museo, così come viene inteso ormai dagli anni 70 del secolo scorso, non è un reliquiario o una appendice della chiesa ad uso e consumo di turisti capitati per caso e scolaresche rumorose. Quando Lei dice che « Il museo sarà un nuovo motivo di vanto anche per la città, che rafforzerà la forza attrattiva della Basilica» sembra che non colga la potenzialità di una struttura che principalmente deve produrre ricerca e cultura.
Prima ancora di riempirlo, occorre avere idee chiare nel progettarlo, dotarlo di una direzione scientifica, pensare al suo allestimento e quindi alla sua gestione negli anni.
Per fare ciò servirà l’impiego stabile di figure professionali di alto livello, e ovviamente adeguatamente retribuite, in contatto con il mondo universitario e della ricerca internazionale, in grado di creare forme di coinvolgimento del pubblico sempre nuove.
Il fatto che Lei abbia dichiarato che intravede nel museo «un’occasione di lavoro per i giovani che vorranno poi sperimentarsi, magari attraverso una cooperativa, nella gestione della struttura », da un lato ci soddisfa per i giovani che potranno lavorarci, ma non vorremmo che un patrimonio della collettività e uno stanziamento di danaro pubblico così importante, finisse per essere gestito fidandosi solo dell’apporto di entusiasti volontari part time appartenenti all’entourage parrocchiale. Diceva Giulio Carlo Argan: «i musei non debbono servire solo a ricoverare le opere sfrattate […] Dovrebbero essere istituti scientifici o di ricerca […] il museo non dovrebbe essere il ritiro e il collocamento a riposo delle opere d’arte, ma il loro passaggio allo stato laicale, cioè allo stato di bene della comunità: il luogo in cui davanti alle opere non si prende una posizione di estasi ammirativa, ma di critica e di attribuzione di valore»
L’erigendo museo potrebbe essere una svolta culturale di respiro internazionale per Martina, da affiancare al Festival della Valle d’Itria o al contrario trasformarsi in una sterile dependance di una chiesa in cerca di visitatori, motivo di prestigio solo per il suo inventore. Martina Franca 16.10.2013
Giuseppe Ancona
Un milione di euro bastano e avanzano per il parroco di San Martino
14 marzo 2012 Mons. Franco Semeraro, rettore della Parrocchia di San Martino a Martina Franca riesce ad ottenere dal ministero dell’Economia e delle Finanze un contributo di un milione di euro per la ristrutturazione di un palazzo di proprietà della stessa parrocchia, Palazzo Stabile, da destinare a Museo della Chiesa di San Martino.
La richiesta era stata inoltrata dallo stesso effervescente parroco nel lontano 2005 e seppur già allora si profilavano tempi di vacche magre, in breve i soldi dal ministero sono saltati fuori: infatti a marzo del 2006 esisteva lo stanziamento per finanziare le opere. Non però l’intera cifra richiesta, che da progetto iniziale ammontava a 1.640.000,00 euro, ma solo un milioncino tondo: “arrangiatevi con questi” oppure niente, questo in sostanza il messaggio del Ministero. Da buon pastore, attento alla cura delle anime quanto nel gestire i denari, il don non s’è perso d’animo e pur di ricevere subito l’acconto ha sottoscritto un impegno (della parrocchia, non certo suo personale) a portare avanti il progetto e coprire l’eccedenza del costo della ristrutturazione, in pratica i 640.000,00 euro mancanti.
Ma… colpo di scena! quando i fondi stavano per arrivare agli sgoccioli, togli questo e taglia quello, riduci qui e ribassa qua, com’è come non è, il parroco ha fatto quadrare i conti senza sborsare (lui) neanche un centesimo. Alla fine dovremmo rivolgere un grande ringraziamento all’arciprete in questione, perché con il milione di euro ottenuto dallo Stato (tutti noi) è riuscito a far risparmiare i propri concittadini (sempre noi). Gliene saranno grati principalmente i suoi parrocchiani, ai quali senza dubbio sarebbe andato a bussare soldi, costringendoli a cambiar marciapiede se lo incontravano in cerca di benefattori. Del resto anche nella costruzione della Chiesa di san Martino si ricorda la grande partecipazione popolare nel dare contributi, con grandi benefattori che ora godono la ricompensa ultraterrena; anche se, bisogna dire, all’epoca il discorso della ricompensa nel regno dei cieli aveva più presa sulle anime pie dei martinesi. Quindi il Comune di Martina Franca, che gestisce i fondi del Ministero adesso può finalmente liquidare il saldo. San Martino avrà il suo Museo, anche se non sappiamo bene quali tesori conterrà e come potrà usufruirne la comunità, che forse non ne sentiva la mancanza.
Giuseppe Ancona